“Aspartame possibilmente cancerogeno”: cosa vuol dire la classificazione dell’OMS

OMS e IARC hanno pubblicato una nuova classificazione per la cancerogenicità dell’Aspartame nel Gruppo 2B: vediamo quindi cosa vuol dire, qual è la dose giornaliera e dove si trova l’aspartame nei cibi

Aspartame possibilmente cancerogeno: cosa vuol dire la classificazione dell'OMS

Con un comunicato stampa congiunto, OMS e IARC hanno pubblicato i risultati della valutazione del pericolo e del rischio dell’aspartame, collocando questo dolcificante artificiale nel Gruppo 2B, ovvero quello in cui ci sono limitate evidenze del cancro negli esseri umani (nel caso specifico dell’aspartame riguarda il carcinoma epatocellulare, ovvero una forma di cancro al fegato). Le valutazioni sono state condotte da IARC (in Italia AIRC), che ha quindi classificato l’aspartame nel Gruppo 2B, e da JECFA (il comitato congiunto di esperti FAO e OMS sugli additivi alimentari), che invece ha evidenziato che “i dati valutati non indicavano motivi sufficienti per modificare la dose giornaliera accettabile (DGA) precedentemente stabilita di 0-40 mg/kg di peso corporeo per l’aspartame”. Come ha dichiarato il Dott. Francesco Branca, Direttore del Dipartimento di Nutrizione e Sicurezza Alimentare dell’OMS, “Le valutazioni dell’aspartame hanno indicato che, mentre la sicurezza non è una preoccupazione importante alle dosi comunemente usate, sono stati descritti potenziali effetti che devono essere studiati da più e migliori studi”. Vediamo quindi cosa vuol dire e che effetti ci sono sulla nostra alimentazione quotidiana.

La Classificazione IARC delle sostanze cancerogene

Classificaizone IARC delle sostanze cancerogene
Partiamo dalla classificazione IARC delle sostanze cancerogene: l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro compila alcune liste in cui raggruppa alimenti, sostanze e comportamenti in base a quanto siano fondate le prove che esse provochino il cancro, ovvero:

  • Gruppo 1, definito cancerogeno per gli umani, raggruppa le sostanze per le quali esistano sufficienti prove che sviluppi il cancro nelle persone, come ad esempio fumare il tabacco, il consumo di bevande alcoliche, o le radiazioni (anche l’esposizione ai raggi solari, motivo per cui è importantissimo utilizzare le creme protettive);
  • Gruppo 2A, definito probabilmente cancerogeno per gli umani, in cui ci siano limitate evidenze dell’insorgere del cancro nelle persone e sufficienti prove nella sperimentazione animale. In questo gruppo troviamo le emissioni della frittura ad alte temperature (vi ricordiamo i nostri consigli per la frittura), il consumo di carne rossa, il DDT, ma anche comportamenti come la rottura dei normali ritmi circadiani dovuti al lavoro notturno (vi rimandiamo alla valutazione IARC sul lavoro su turni notturni);
  • Gruppo 2B, ovvero possibilmente cancerogeno, nel quale vengono indicate le sostanze con limitate evidenze di insorgenza del cancro negli umani e insufficienti prove nella sperimentazione animale. Questo è il gruppo in cui è stato recentemente classificato l’aspartame, e nel quale è possibile trovare anche gli scarichi dei motori a benzina, esposizione professionale di parrucchieri o barbieri, e il piombo;
  • Gruppo 3, la cui definizione è non classificabile in base alla cancerogenicità per gli umani, nel quale ricadono le sostanze per le quali si hanno inadeguate evidenze sia per gli umani che nella sperimentazione animale, e in questo caso troviamo il consumo di caffè e olio crudo, il paracetamolo.

Come specificato anche dall’infografica, la classificazione AIRC non indica il livello di rischio associato all’esposizione, ma il livello di certezza che una sostanza possa causare il cancro in base ai risultati degli studi di laboratorio. Cosa vuol dire questo? Che alcuni alimenti o comportamenti sono più o meno “sorvegliati speciali” nella ricerca per la lotta al cancro in base agli studio scientifici al momento disponibili, e che l’assenza di sostanze nella classificazione può essere dovuta alla sola mancanza di studi in merito o al non avere dati che permettano l’inclusione. Quindi per valutare bene il rischio, bisogna anche considerare i dosaggi e l’esposizione che servono per determinare l’insorgere del cancro.

Dove si trova l’aspartame e la dose giornaliera

Quindi qual è la dose giornaliera di Aspartame che si può consumare? Secondo la valutazione del comitato congiunto di esperti FAO e OMS sugli additivi alimentari (JECFA), non esistono dati sufficienti per modificare la precedente raccomandazione, ovvero una dose giornaliera accettabile (DGA) di 0-40 mg/kg di peso corporeo. Bisogna quindi valutare il proprio peso, moltiplicare il valore per 0,04 e otterremo i grammi giornalieri massimi di assunzione dell’aspartame per rimanere entro i limiti consentiti: ad esempio, un adulto del peso di 70 kg potrà assumere al massimo 2,8 g di aspartame al giorno.

Bisogna quindi fare attenzione a dove si trova l’aspartame nella nostra alimentazione quotidiana. Per farlo dovete quindi leggere bene l’elenco degli ingredienti degli alimenti che acquistate: l’aspartame è un additivo alimentare il cui codice è E 951, quindi nella lista ingredienti potreste trovarlo esplicitato con tale sigla. Dall’entrata in commercio negli anni ’80, l’aspartame è diventato negli anni il dolcificante artificiale più diffuso al mondo, grazie alla sua potenza dolcificante pari a 200 volte il normale zucchero, e permettendo quindi di usarne una minore quantità (e quindi meno calorie) per rendere più dolci gli alimenti; potreste quindi trovarlo nelle bevande analcoliche, nei dolci e dessert, nei prodotti lattiero-caseari, nelle gomme da masticare, così come nei prodotti a basso contenuto calorico e per il controllo del peso, ma anche come dolcificante da tavola: in quest’ultimo caso vi consigliamo alcune alternative di dolcificante da usare anche nelle ricette.