Gazzosa

Protagonista di piacevoli e dissetanti momenti in compagnia, la gazzosa è la regina dell’estate: ecco storia, ingredienti e ricette originale.

Gazzosa

Bibita dolce e gassata, la gazzosa è un’acqua aromatizzata che si beve tutto l’anno, ma che in estate è particolarmente apprezzata. La sua variante più amata rimane quella al limone. Si dice gassosa o gassosa? E quali sono gli ingredienti necessari per prepararla? Scopriamone origine e ricetta originale.

Gazzosa con la pallina

Un cenno merita assolutamente la cosiddetta “gassosa con la pallina”. Si tratta di una bottiglia dotata di una biglia che era posta proprio in corrispondenza del collo della bottiglia stessa. Inventata ai primi del ’900, restò reperibile in commercio fino agli anni ‘60. Lo scopo della biglia stava nel chiudere ermeticamente la bottiglia in quanto spinta dalla pressione esercitata dal gas.

La storia della gazzosa

La nascita della gazzosa si fa risalire al XIX secolo periodo nel quale, in Ticino, veniva realizzata attraverso il metodo – oggi caduto in disuso –  di ottenere il gas tramite la fermentazione del liquido zuccherato a base di acqua, sciroppo aromatizzato con limone e qualche aroma. In Italia, la nascita della gazzosa si fa risalire precisamente al 1889, anno fin dal quale ebbe enorme successo.

Gazzosa o gassosa?

Gazzosa o gassosa, questo è il dilemma! Prima di trascorrere ore a ragionare, sappiate che i due termini sono praticamente dei sinonimi. Il soft drink può essere identificato in entrambi i modi senza incorrere in errore. Non solo: ne esistono altre due varianti sul tema: si tratta dei termini gazosa e gasosa, con una sola zeta ed una sola esse.

Gli ingredienti e la ricetta originale della gazzosa

Gli ingredienti della ricetta originale della gazzosa sono pochi e semplici: si prepara con acqua, zucchero, acido citrico, aromi (menta, arancia, mandarino, chinotto, a seconda del tipo) e coloranti. La gazzosa fatta in casa si otteneva a partire da uno sciroppo realizzato facendo bollire acqua, zucchero, cremortartaro e acido tartarico. Una volta freddo e filtrato, si aromatizzata con succo e scorza di limone, si univa qualche aroma e parecchia acqua (alcune ricette prevedevano la birra). Imbottigliato il liquido, lo si esponeva al sole fin quando si attivava la fermentazione.