Avvelenamento da ciguatera nel pesce, dal Ministero della Salute l’opuscolo su sintomi e prevenzione
Negli ultimi anni in ambito europeo è stata approfondita l’analisi dei pericoli legati all’avvelenamento da ciguatera nel pesce, grazie ai progetti di ricerca finanziati dall’EFSA e dall’Autorità spagnola per la sicurezza alimentare, a partire dal progetto quadriennale EuroCigua iniziato nel 2016, rifinanziato poi con il progetto EuroCigua II, coordinato dal Ministero della Sanità spagnolo. Per salvaguardare la sicurezza alimentare, questi progetti di ricerca hanno esplorato i rischi emergenti per i consumatori derivanti dal consumo di pesci contaminati dalle ciguatossine, prodotte naturalmente da alcune alghe e microrganismi, che si accumulano nei pesci e possono causare intossicazioni gravi negli esseri umani. Il Ministero della Salute italiano ha quindi recentemente pubblicato un opuscolo informativo per sensibilizzare i cittadini sull’avvelenamento da ciguatera e i rischi legati al consumo di pesce contaminato, ecco le informazioni più importanti.
Che cos’è la ciguatera
La Ciguatera è una forma di avvelenamento causata dal consumo di pesce che è stato contaminato da ciguatossine, ed è considerato il tipo di intossicazione alimentare da biotossine marine più comune al mondo con casi che variano dai 20.000 ai 50.000 ogni anno. Le biotossine si accumulano nei pesci a causa delle microalghe Gambierdiscus spp e Fukuyoa spp presenti in acque calde e barriere coralline, tipicamente nelle zone del Mar dei Caraibi e negli Oceani Pacifico e Indiano. Tuttavia, a partire dal 2008 diversi casi di ciguatera sono stati segnalati anche in Europa, portati da viaggiatori provenienti dalle aree endemiche, e sono stati registrati anche dei casi a Madeira e nelle Isole Canarie. In particolare la microalga Gambierdiscus è stata trovata anche in diverse isole del Mediterraneo, tra cui Creta, Cipro e le Baleari.
Fonte: Ciguatera.pf – Marine Biotoxins Laboratory of the Louis Malardé Institute
Quali sono i sintomi dell’intossicazione da ciguatera
L’avvelenamento da ciguatera è un caso raro, ma è fondamentale sapere quali siano i sintomi principali associati all’intossicazione causata dal consumo di pesce contaminato. Questi sintomi possono manifestarsi entro poche ore dopo aver mangiato il pesce infetto e possono perdurare per giorni o, nei casi peggiori, addirittura mesi.
Tra i sintomi gastrointestinali più comuni si trovano dolori addominali, nausea, vomito, disidratazione e diarrea. I sintomi cardiovascolari possono invece includere ipotensione, tachicardia e bradicardia. Nel contesto neurologico, possono comparire sensazioni come allodinia (si tratta del senso di bruciore causato da uno stimolo normalmente freddo), prurito, disestesia, perdita di sensibilità alle estremità, formicolio, debolezza diffusa, dolori muscolari e articolari, mal di testa, vertigini, tremori e sudorazioni intense. Essi possono variare in intensità e durata da individuo a individuo. La loro comparsa è spesso correlata alla gravità dell’avvelenamento e alla quantità di ciguatossine ingerite. Essere consapevoli di questi segnali è cruciale per riconoscere e affrontare tempestivamente un possibile caso di avvelenamento da ciguatera, per i quali occorre necessariamente contattare un medico.
Precauzioni per evitare la ciguatera
L’opuscolo informativo di EuroCigua II si conclude con alcuni consigli per la prevenzione della ciguatera, che vi riassumiamo di seguito:
- controlla sempre l’origine o la tracciabilità del pesce, evitando pertanto prodotti di dubbia origine che potrebbero essere stati esposti alle ciguatossine;
- in caso di viaggi in aree a rischio, evita il pesce o segui le raccomandazioni delle autorità locali;
- evita le uova, le visceri, la testa, gli occhi e le spine del pesce;
- la cottura o il congelamento non hanno alcun effetto sulle ciguatossine, pertanto potrebbero essere ancora presenti anche dopo aver cotto il pesce o congelato;
- fai attenzione a seguire le indicazioni, in quanto non è possibile percepire le ciguatossine in quanto sono incolori, insapori e inodori, e inoltre il rischio è possibile in qualsiasi periodo dell’anno.
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