Passata Petti, maxi sequestro di pomodoro UE spacciato per italiano
Duro colpo per l’azienda Petti: 6 persone indagate per frode alimentare, pomodoro estero spacciato per italiano.
Si tratterebbe della più grande frode alimentare mai scoperta, almeno da quanto emerso dall’indagine dei Carabinieri per la Tutela Agroalimentare presso l’azienda “Petti” con sede a Livorno. Indagine che ha portato la procura della città al sequestro di più di 4mila tonnellate di prodotti – tra conserve di pomodoro in bottiglie, vasi di vetro, barattoli, pacchi e bricks – presso la stessa azienda e per un valore commerciale di circa 3 milioni di euro.
Indagate sono sei persone ricoprenti ruoli dirigenziali: l’accusa? Concorso in frode in commercio: vendita alla Grande Distribuzione Organizzata di prodotti spacciati come italiani contenenti, invece, concentrato di pomodoro estero proveniente da Paesi non appartenenti all’Unione Europea.
L’intervento, come si legge nella nota “Operazione Scarlatto” (riportata dal sito GreenMe.it in questo articolo), conclude un’investigazione di alcune settimane in tema di sicurezza alimentare e tutela del consumatore. I sei indagati si sarebbero occupati della “sistematica produzione e fraudolenta commercializzazione di conserve di pomodoro – principalmente passata di pomodoro di vario tipo e formato con il marchio della nota azienda – falsamente etichettate quale “pomodoro 100% italiano” e/o “pomodoro 100% toscano”, destinate poi alla Grande Distribuzione Organizzata. Colti in flagranza di reato gli addetti ai lavori, sorpresi dai Carabinieri nell’atto di miscelare il concentrato di pomodoro estero al semilavorato di pomodoro italiano.
Duro colpo per l’azienda Petti, che si è sempre vantata di proporre prodotti autoctoni e che ha basato proprio sull’autenticità delle sue materie prime la sua immagine. Dall’operazione è emerso anche come l’azienda non abbia osservato la sospensione delle attività produttive allo stabilimento di Venturina Terme per continue violazioni di natura ambientale, come era stato imposto da un precedente decreto. Sequestrati anche numerosi documenti contabili, amministrativi e di laboratorio falsificati. In particolare “schede di produzione ufficiose e manoscritte, dalle quali si evince chiaramente il disegno fraudolento, cioè l’attribuzione al prodotto di caratteristiche di origine e composizione diverse da quelle reali”.
Nel frattempo, l’azienda ha diramato una lettera indirizzata a clienti e fornitori (pubblicata dal sito LivornoToday.it in questo articolo) nella quale si difende dalle accuse. “In merito alle notizie pubblicate in questi giorni sulle indagini attualmente in corso da parte del nucleo carabinieri di Livorno per la Tutela Agroalimentare, la società Italian Food Spa presenterà nei prossimi giorni tutta la documentazione più dettagliata e completa per dimostrare la tracciabilità del prodotto semilavorato oggetto delle indagini e la conseguente richiesta di dissequestro merce“.
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