Salsa di soia

La salsa di soia è uno dei condimenti orientali più diffuso in tutto il mondo: grazie al suo gusto saporito e inconfondibile è l’aggiunta perfetta a carne, pesce, riso e sushi.

Salsa di soia

La salsa di soia è un condimento di origine cinese ma diffuso in buona parte delle cucine orientali, oggi molto comune anche in Europa e in Italia: è una delle salse più note e apprezzate per ricette salate vegetariane e non (ad esempio per l’insalata di pollo Thai e per pesce di ogni genere). La salsa si ottiene grazie ad un processo di fermentazione che coinvolge fagioli di soia, grano tostato, acqua, sale e il fungo detto “koji”, utilizzato anche per produrre la tipica bevanda alcolica giapponese sakè.

Il gusto della salsa di soia è estremamente riconoscibile, con il giusto bilanciamento tra dolce, salato e saporito: in giapponese viene definito “umami” grazie alla presenza del glutammato che gli conferisce il tipico gusto agrodolce. Per questo motivo la salsa viene impiegata in una grande varietà di piatti (oltre alla carne e al sushi, anche per insaporire riso e noodles) anche se, a causa del suo alto contenuto di sodio, è sconsigliata per chi segue diete iposodiche.

Tipi di salsa di soia

Le differenze fondamentali tra diversi tipi di salsa di soia sono due: la densità e il colore. Esiste infatti una salsa di soia “light“, più leggera, meno densa e dal colore ambrato più chiaro, più saporita e salata rispetto a quella “dark“, scura e meno fluida grazie al processo di invecchiamento subito e all’aggiunta di melassa.

Diverse salse di soia possono inoltre essere classificate in base al paese di provenienza:

  • salsa di soia cinese: è la salsa di soia classica, agrodolce, nella colorazione chiara è più salata e in quella scura più dolce. La prima è utilizzata per condire pietanze già cotte, la seconda può essere aggiunta anche in cottura;
  • salsa di soia filippina: vede anche il caramello tra gli ingredienti che la caratterizzano, per farle ottenere un colore più intenso;
  • salsa di soia coreana: a differenza di quella moderna, il tipo più tradizionale è prodotto grazie alla fermentazione di interi blocchi di soia fermentati;
  • salsa di soia giapponese: questa salsa ha una presenza di grano più significativa rispetto a quella cinese. Il tipo più noto è la tamari, scura e densa, molto vicina all’originale cinese.

Salsa di soia fatta in casa e conservazione ideale

Il modo migliore per conservare la salsa di soia, sia che sia stata acquistata al supermercato che prodotta in casa, è quello di tenerla in un ambiente ben refrigerato e al riparo dalla luce diretta per evitare che cambi sapore e diventi amara. Come si fa la salsa di soia fatta in casa? Si tratta di un processo tutto sommato semplice, simile a quello industriale: per ottenere una perfetta salsa fai da te però è necessario tenere conto dei lunghi tempi di fermentazione del prodotto e valutare se preferire la comodità di acquistarla già pronta.

Valori nutrizionali e benefici della salsa di soia

L’ingrediente principale di questa salsa è la soia, una pianta erbacea che produce legumi di piccole dimensioni. A causa della fermentazione con il grano non è adatta a chi soffre di celiachia, perché contiene glutine: esiste in commercio anche la salsa di soia senza glutine, specifica per celiaci. Come sempre, l’importante è controllare che l’etichetta riporti il simbolo della spiga sbarrata per essere certi di poterla consumare.

La salsa di soia ha proprietà altamente antiossidanti e digestive, ma, come già accennato, è ricca di sodio ed è perciò sconsigliata a chi ha bisogno di seguire un’alimentazione con poco sale.

Infine, la salsa di soia può essere consumata da vegetariani e vegani e anche da donne in gravidanza e in allattamento.

100 ml di salsa di soia contengono circa 60 kcal.